L'INQUINAMENTO CI COSTA 88 MILIARDI ALL'ANNO

gioved�, 07 maggio 2015

Cinque punti di Pil e 32mila morti: � questo che paghiamo ogni anno per l'inquinamento atmosferico in Italia. Ecco gli ultimi dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanit�

Quasi 5 punti di Pil e, cosa ancor più sconvolgente, 32mila morti all’anno. proposte-ubisol.jpgE’ il costo economico e umano dell’inquinamento atmosferico in Italia. Si tratta di dati con una buona attendibilità, visto che a diffonderli alla fine di aprile 2015 sono state l’Organizzazione mondiale della Sanità e quella per la sviluppo economico (Oms e Ocse).

Potremmo fermarci qui. Ma sarà forse meglio spiegare perché pubblichiamo questi numeri sui media di un’organizzazione come la nostra, che si occupa di energie rinnovabili ed efficienza energetica. Ebbene, tanto per essere chiari, bisognerebbe che a qualsiasi livello amministrativo si tenesse conto di questi costi quando si parla di scelte sulle politiche energetiche.

Una banalissima considerazione: lasciare che in un ufficio pubblico continui a funzionare un impianto di riscaldamento di 30 anni fa e che gli impiegati in inverno lascino aperte le finestre perché “fa troppo caldo”, non significa solo buttare via dei soldi, ma anche contribuire colpevolmente a generare inquinamento atmosferico e quindi danni alla salute di tutti noi.

La ricerca di Oms e Ocse spiega che nei 53 Paesi considerati l'inquinamento atmosferico (ai valori registrati al 2010) causa circa 600mila morti premature l'anno che, sommate alle malattie, si traducono in un danno economico di circa 1.600 miliardi di dollari.

Scrive la rivista specialistica QualEnergia: “Le centrali termoelettriche, i trasporti su strada e l'agricoltura, assieme ai caminetti di casa e a tutte le altre fonti di emissioni di particolato, ci costano cioè circa il 10% del Pil dell'Unione Europea del 2013. Un conto dal quale ovviamente sono esclusi altri danni, come quelli legati alle emissioni di CO2. L'inquinamento outdoor, causando malattie cardiocircolatorie, cancri ai polmoni e altre patologie, è responsabile di circa 482mila morti premature l'anno, quello degli ambienti interni di circa 117.200”.

“Per tradurre in costi economici le morti premature e le ricadute sanitarie – ricorda QualEnergia - lo studio OMS-OCSE usa la metodologia del “value of statistical life” (VSL), il “valore statistico della vita”. In pratica si stima il valore che le varie società sono disposte a pagare per evitare queste morti e queste malattie: ne esce un valore differenziato a seconda dei vari contesti economici (ad esempio, una vita in Italia, ai fini statistici, “vale” 3 milioni di dollari, in Kirghizistan 490mila dollari e in Lussemburgo 6,28 milioni)”.

In rapporto al Pil il Paese con meno danni da inquinamento atmosferico è la Norvegia (0,3%), seguita dalla Svezia (0,9%) e dalla Finlandia con lo 0,7%. In Italia il danno è pari al 4,7% del Pil, con 97.193 milioni di dollari (88.550 milioni di euro) e circa 32.400 morti premature all'anno.

Ecco, quando ci troveremo a pensare ai pannelli fotovoltaici o a una pompa di calore, oltre a calcolare quanto risparmieremo sulle bollette di casa, sarà giusto considerare anche quanto potremo sentirci a posto con il mondo che ci circonda: quello davanti casa e i figli nostri e dei nostri vicini, non solo la foresta amazzonica o le isole del Pacifico.