TERZO MONDO? NO, PRIMO PER RINNOVABILI

gioved�, 30 ottobre 2014

Cina, Brasile e Sudafrica ai primi posti per lo sviluppo dell'energia pulita. In Giamaica l'energia da sole e vento costa la met� di quella da fossili

L’energia pulita costa ed è un’utopia? Il punto di vista degli oligarchi del petroliogreen-economy-jamaica.jpg e del gas è ormai un anacronismo o, meglio, un tentativo inutile di opporsi allo sviluppo della democrazia energetica. Ognuno potrà generare l’energia che gli serve e lo farà senza inquinare e tagliando le spese.

La conferma arriva dalla ricerca di Bloomberg Energy Finance, quindi uno degli attori principali del mondo della finanza e non da una delle “solite” associazioni ambientaliste (solitamente tacciate dai negazionisti dei cambiamenti climatici di ragionare eticamente ma senza tener conto del mondo reale).

Bloomberg spiega che la capacità energetica rinnovabile è in pieno boom nei mercati emergenti: cresce del 143% contro l’84% delle nazioni occidentali. La classifica è guidata dalla Cina, seguita da Brasile e Sudafrica. Nella top ten delle nazioni emergenti si segnalano poi India, Cile, Uruguay, Kenya, Messico, Indonesia e Uganda.

Gli analisti finanziari di Bloomberg spiegano il fenomeno: per espandere le reti energetiche in questi paesi è più conveniente pensare alle energie pulite, a partire dal fotovoltaico. In alcuni paesi poi, come ad esempio la Giamaica, già adesso un chilowattora di energia pulita costa la metà di uno prodotto con fonti fossili (carbone, gas o petrolio). E anche per questo le nazioni non occidentali (55 quelle analizzate) attirano investimenti e imprese estere.

Insomma, sembra che dove non arrivi l’etica e il buon senso, arrivino i soldi. Va bene anche così.